20 aprile 2008

Vuoto di memoria

Non ho voluto commentare a caldo il risultato elettorale. Preferivo rifletterci su, parlarne con qualche amico, cercare di decifrare l'Italia che è venuta fuori dalle urne: si tratta davvero di un'Italia "imprevista"? Se l'è chiesto Aldo Schiavone, con il suo articolo uscito su Repubblica di ieri: per lui si è trattato davvero dell'emersione di una faccia imprevista del Paese, frutto di una transizione che ne ha spostato l'asse politico e culturale, quasi modificandone la sensibilità. Si vive l'oggi, rimuovendo un passato che non sembra più esistere. L'intero '900 è passato dall'ambito della memoria, calda e attiva, a quello della storia, fredda e lontana. Un mutamento che Bossi e Berlusconi, a mio avviso, non hanno soltanto intercettato. Il loro (soprattutto quello di Berlusconi) è stato un ruolo attivo in questo cambiamento. Tutto accade ora, tutto è in diretta: basta guardare a come vengono date le notizie sulle violenze accadute negli ultimi giorni a Roma. Veri e propri spot elettorali che cancellano in diretta la memoria di come è stata governata la città negli ultimi anni, a vantaggio di quelli che fino a poco tempo fa, forse sbagliando, appellavamo come neofascisti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non c'è alcun dubbio sul fatto che i risultati delle elezioni abbiano, a dir poco, sorpreso. C'è chi si è azzardato a fare parellelismi tra la situazione di malcontento odierna, e quella degli anni subito antecedenti al periodo fascista; chi ha accolto con gioia o almeno con sollievo l'uscita dai giochi della sinistra radicale; chi parla di "inciuci" e chi, per fortuna, si rende conto della gravità della situazione che si è venuta a profilare dal segreto dell'urna elettorale. Avremo almeno quattro ministri di un partito che, con il federalismo fiscale e altre bravate, potrebbe rovinare economicamente una buona fetta d'Italia. Quell'Italia che mai si è azzardata ad insultare un presidente della Repubblica, di bruciare il tricolore o di rinnegare Roma mentre si è seduti sugli scranni di Palazzo Madama o scortati dai blu, in auto omocromatiche. Proprio nella "città eterna" si sta assistendo all'ennesima inaccettabile battaglia mediatica contro una coalizione che non ha certo bisogno di presentazioni per quanto riguarda l'ottima amministrazione comunale. Roma è una metropoli come Londra, Parigi, New York e Johannesburg, e in quanto a sicurezza ha davvero poche cose da invidiare alle consorelle. Ma si sa che quando si è davanti alla tv, si cessa l'attività cerebrale, e si tende a ingurgitare tutta la "munnezza" di notizie che spiegano a volte il perché di una croce fatta su un simbolo piuttosto che su un altro.