20 aprile 2008

Vuoto di memoria

Non ho voluto commentare a caldo il risultato elettorale. Preferivo rifletterci su, parlarne con qualche amico, cercare di decifrare l'Italia che è venuta fuori dalle urne: si tratta davvero di un'Italia "imprevista"? Se l'è chiesto Aldo Schiavone, con il suo articolo uscito su Repubblica di ieri: per lui si è trattato davvero dell'emersione di una faccia imprevista del Paese, frutto di una transizione che ne ha spostato l'asse politico e culturale, quasi modificandone la sensibilità. Si vive l'oggi, rimuovendo un passato che non sembra più esistere. L'intero '900 è passato dall'ambito della memoria, calda e attiva, a quello della storia, fredda e lontana. Un mutamento che Bossi e Berlusconi, a mio avviso, non hanno soltanto intercettato. Il loro (soprattutto quello di Berlusconi) è stato un ruolo attivo in questo cambiamento. Tutto accade ora, tutto è in diretta: basta guardare a come vengono date le notizie sulle violenze accadute negli ultimi giorni a Roma. Veri e propri spot elettorali che cancellano in diretta la memoria di come è stata governata la città negli ultimi anni, a vantaggio di quelli che fino a poco tempo fa, forse sbagliando, appellavamo come neofascisti.